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Internazionale Ferrara: Donne che contano!

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Donne che contano di Gianluca Costantini

CORTILE DEL CASTELLO
Con Radio3Mondo

Donata Columbro
giornalista

Comfort Ero
International crisis group

Horia Mosadiq
attivista afgana

Ranjeni Munusamy
Daily Maverick

Intermezzi musicali
degli studenti del conservatorio G. Frescobaldi di Ferrara

Conduce
Anna Maria Giordano


Ma chi sono queste donne che contano?


Donata Columbro
È una giornalista italiana. Si occupa di tecnologia, attivismo e Africa. Ha collaborato con Wired, La Stampa e Nova24. Nata a Torino, è laureata in relazioni internazionali e diritti umani.
Su Twitter: @dontyna
Donata Columbro is an Italian Journalist. She writes about technology, activism and Africa.


Comfort Ero


Dirige il programma per l’Africa dell’organizzazione internazionale Crisis group. Si occupa di prevenzione e risoluzione dei conflitti, mediazione, peacekeeping, giustizia di transizione e relazioni internazionali in Africa.
Su Twitter: @erocomfort
Comfort Ero is Crisis group’s program director.


Horia Mosadiq

È un’attivista per i diritti umani e giornalista afgana. Dal 2008 lavora con Amnesty international. Nel 2013 ha creato in Afghanistan l’ong Safety and risk mitigation organization.
Su Twitter: @Hmosadiq
Horia Mosadiq is an Afghan human rights activist and journalist.


Ranjeni Munusamy 

È una giornalista sudafricana. Lavora per il Daily Maverick, principale giornale online del paese. Ha collaborato con il ministero dell’istruzione sudafricano ed ha lavorato come consulente per la comunicazione con partiti e organizzazioni sindacali.
Su Twitter: @ranjenim
Ranjeni Munusamy is a South African journalist. She is associate editor of Daily Maverick.

Renzi rilancia il ponte sullo stretto di Messina

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I have a...nightmare
http://www.repubblica.it/politica/2016/09/27/news/renzi_ponte_messina-148617850/
Franco Portinari



Il punto sullo strutto
di Nadia Redoglia
Da sogno a sugna. L’ennesima decisione, stavolta renziana, di fabbricare il ponte sullo stretto oggi ci viene propinata, infatti, come grasso che cola sull’occupazione (provvisoria) per ben centomila individui del settore edile che evidentemente oggi, senza quel ponte, sono senza lavoro. Per i restanti agglomerati di centomila fino alla concorrenza degli italici milioni disoccupati, cosa si ha intenzione di pontificare? Strutture sanitarie, scolastiche, sociali nella loro poliedricità, affidate direttamente alla genialità di  Calatrava, oppure si pensa di passare direttamente al camminamento sulle acque di Christo?

Quando, e se, arriveremo a un capo di governo che invece penserà esclusivamente a stare con i piedi ben piantati sulla terra, anzi meglio, sul territorio, si scoprirà finalmente che il nostro è territorio unico al mondo per raccogliere succulenti frutti di terra, mare, cielo, storia, arte, cultura e, proprio perché unico, fonte inesauribile per occupare a tempo indeterminatomilioni e milioni di italiani che, accudendolo e amorevolmente allevandolo, ricaverebbero un PIL ben superiore a qualunque altro Paese europeo ed extraeuropeo. Ma a questo territorio servono menti traghettatrici, mica faciloni che sanno solo pontificare…




Il premier torna a parlare di grandi opere...
Tiziano Riverso


Cumpromesso
Aridànghete col ponte di Messina.
Mauro Biani


Il ponte di casa
Rispunta il Ponte di Messina. In verità per quanto riguarda i costi non è mai sparito del tutto. Tra costi di progettazione e penali probabilmente ce lo siamo già pagato ma altrettanto probabilmente è bene tenerlo sempre in serbo. Come promessa elettorale è già servito a diversi Governi.
UBER



Il vero ponte
Tomas



Vauro



Giannelli


ElleKappa


Ai ripari
Natangelo

Festival di Internazionale a Ferrara - Concorso Una vignetta per l'Europa 2016: I Vincitori

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Ecco i vincitori del concorso per la migliore vignetta dell’anno sull’Europa, scelti da una giuria e dal voto del pubblico.

La premiazione è avvenuta a Ferrara durante il festival di Internazionale 2016 il 1 ottobre.
Presidente della giuria Thierry Vissol autore di Libertà di espressione in Europa


PRIMO PREMIO


Niels Bo Bojesen, Brexit



Secondo Premio
Marco De Angelis, Journey


Terzo Premio


Tjeerd Royaards, Terror Machine


Premio speciale della giuria

Fabio Magnasciutti, Wishlist



Premio speciale del pubblico


Giuseppe la Micela, Le thraison



Con Tjeerd Royaards, Niels Bo Bojesen, Marco De Angelis e Thierry Vissol presso Internazionale a Ferrara.




Con Aldo Benassi, GianLorenzo Ingrami, Marco De Angelis, Fabio Magnasciutti, Toti Buratti, Mauro Biani, Tjeerd Royaards, Thierry Vissol e Marco Tonus presso Internazionale a Ferrara.

TRUMP UN MURO DE CARICATURAS a cura di KEMCHS

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Da Francisco Punal Suarez
Speciale per Fany Blog



TRUMP
UN MURO DE CARICATURAS
KEMCHS


Trump - Arturo Kemchs



5 ottobre / 2016

Per Donald Trump, è necessario costruire un muro sul confine messicano per fermare l'immigrazione clandestina. Trump vuole che sia il Messico a pagare il muro. Per il politico repubblicano conservatore, il riscaldamento globale è una bufala inventata dai profughi cinesi e i rifugiati siriani sono potenziali nemici. Il suoi discorsi di fuoco hanno portato  Bush, il presidente padre, ad annunciare che voterà per Hillary Clinton. Trump con il suo messaggio populista, manicheo e riduzionista è in risonanza con l'elettorato disincantato di destra.

I cartoonists non potevano rimanere indifferenti di fronte al pericolo potenziale di vedere Trump diventare presidente degli Stati Uniti, e hanno risposto  numerosi  alla chiamata dell'artista messicano Arturo Kemchs.  Hanno raccolto i loro "ritratti" in un libro, a consegna gratuita , dal titolo "Trump: un muro di caricaturas", che raccoglie 350 opere di 150 autori, scelti tra più di mille, tutti contro il candidato repubblicano. 

I cartoonists, con il loro linguaggio ironico e satirico, forniscono un quadro molto duro di questo politico: lo ritraggono spesso con i baffetti alla Hitler, come un clown o un troglodita.

La vignetta politica, - Kemchs scrive nella prefazione del libro- dall'inizio della sua storia, è sempre stata una visione critica del contesto sociale. Dove ci sono decisioni importanti, il caricaturista è sempre presente. L' enorme preoccupazione di vedere un candidato dalle caratteristiche  di Donald Trump, mi ha fatto convocare i non conformisti. E' veramente scandaloso come alcuni membri del Partito Repubblicano, abbiano usato la parola "messicano" come un insulto o un modo peggiorativo, motivo per cui qualcuno doveva rispondere.

In questo libro diamo credito all'artista di ogni opera, senza nominare il paese di origine , per rompere i confini e unire il grido che emana forte: "NON VOGLIAMO TRUMP" - dice Kemchs, Presidente dell'Unione Latinoamericana di Cartoonists (UNIHG) .

KingTrump - Angel Boligan


Trump -Malagón


Trump - Darío Castillejos




Donald Trump - Guaico


Trump -García.


Trump - Cedeño



Trump - Luis Carreño



UMORISMO …. tra le NUVOLE in CANTINA

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di G.Beduschi



Domani alle 17.30 a Milano in via Canaletto 11 vi aspetto a vendemmiare con gli amici: Mario Airaghi, Mariano Congiu, Paolo Peruzzo, Vladimiro Di Stefano, Pierpaolo Perazzolli, Roberto Giannotti, Antonio Guarene, Tiziano Riverso, Athos Careghi, Carlo Sterpone e Giovanni Beduschi a UMORISMO ...tra nuvole e cantina.Giovanni GBeduschi



UMORISMO …. tra le NUVOLE in CANTINA

Siamo Lieti di Invitarvi, Sabato 8 Ottobre 2016 dalle 17.30 , in via Canaletto 11 a Milano, per assistere alla mostra di vignette dedicate al buon vino eseguite dalla mani di 11 cartoonists nazionali che con il loro graffio umoristico hanno rappresentato il tema. Ma più simpatica è la presentazione della mostra: i disegni sono stati incisi su taglieri di legno. Con un calice di vino biologico e naturale e taglieri di formaggi e affettati locali si potrà sorridere leggendo. Nel corso della serata sarà possibile vedere all’opera i cartoonists presenti, chiacchierare con loro e farsi dedicare una propria vignetta.
Tutto questo è nato da un connubio tra Lorenzo Ninni e il suo locale Nuvole in Cantina e il vignettista satirico Giovanni Beduschi. Un piccolo locale nel cuore di città studi a Milano che unisce le sue passioni vino e fumetto, arte e sapori.
Un evento imperdibile e unico nel suo genere tra profumi di vendemmia e sane risate sul mondo del vino.
I vignettisti che hanno partecipato sono: Mario Airaghi, Pierpaolo Perazzolli, Athos Careghi, Roberto Giannotti, Paolo Peruzzo, Antonio Guarene, Carlo Sterpone, Mariano Congiu, Tiziano Riverso, Vladimiro Di Stefano e infine Giovanni Beduschi.

Nuvole in Cantina di Lorenzo Ninni , Via Canaletto 11 a Milano
Umorismo…tra le nuvole in cantina
Sabato 8 Ottobre ore 17.30 Inaugurazione – Ingresso Libero

Lorenzo Ninni – Nuvole in Cantina
Giovanni Beduschi - Cartoonist


Gotto di Antonio Guarene

HIC! di Tiziano Riverso

Carlo Sterpone e Roberto Giannotti

è iniziata la vendemmia di Perazzolli


Per informazioni: 02 36752397 - nuvoleincantina@gmail.com



World Humor Awards: Rainer Ehrt

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Fany ha incontrato Rainer Herth  alla premiazione degli World Humor Awards a Salsomaggiore dove ha avuto una Menzione D'Onore.

Rainer Ehrt è pittore neoespressionista, scultore in legno, incisore politecnico, illustratore editoriale e pure graphic designer e nel tempo libero (!) fa pure il disegnatore umoristico e satirico…
E in quest’ultimo ambito si è guadagnato particolare fama internazionale aggiudicandosi premi prestigiosi tra cui il Best Political Cartoon a Londra nel 1998,  il Grand Prix World Press Cartoon a Lisbona nel 2008 e il Grand Prix Satyricon a Legnica (Polonia) nel 2010.
Di fatto, che si affidi al pennino o al pennello, impugnati con la veloce sicurezza con cui graffia di sgorbia e col vigore con cui scheggia di scalpello, Ehrt mostra sempre una passione sfrenata da satirico vero.

Qui il suo sito : http://rainerehrt.de/

Ecco amici del blog qualche opera di questo grande artista tedesco:


"to be or not to be"!
MENZIONI SPECIALI - "World Humor Awards" Excellence Trophy


Ikarus, Tusche, Acryl auf Buetten





Tower of Brussel Grand Prix 2008 World Press Cartoon


Gershwin-besucht-Ravel


Luther am Taufstein




Autoritratto


Bruder Luther (Fratello Lutero)
Mostra di Rainer Ehrt
a Potsdam La mostra è aperta fino al 04 Novembre
da Lunedi a Venerdì, 07:00-18:00, al secondo piano del Ministero della Cultura.
L'ingresso è gratuito.

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Parma: emergenza legionella

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Di Fogliazza 2/10/16



di Fogliazza - 7/10/16

E' emergenza legionella a Parma dove, nel quartiere Montebello, importante area a sud della città, sono stati registrati negli ultimi giorni 38 casi, 2 decessi.

A chi rivolgersi se compaiono i sintomi - I sintomi più frequenti della legionellosi o Malattia dei Legionari sono: polmonite, febbre, raffreddore, tosse, mal di testa, dolori muscolari, astenia (stanchezza), perdita d'appetito, occasionalmente diarrea e disturbi renali. In questi casi è bene rivolgersi con fiducia al medico di famiglia. 

Numero verde ed e-mail dedicata - Per chiedere informazioni sulle precauzioni da tenere contro la diffusione della malattia e per avere informazioni sull’accesso ai servizi sanitari, i cittadini possono chiamare il numero verde del Servizio Sanitario Regionale 800.033.033 dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 17.30 e il sabato dalle 8.30 alle 13.30 oppure scrivere all’indirizzo e-mail infolegionella@ausl.pr.it. Non verranno fornite indicazioni terapeutiche o di cura, per queste, il riferimento rimane il medico di famiglia. Per aggiornamenti è possibile consultare il sito www.ausl.pr.it e la pagina Facebook @auslparma.

La legionellosi: cos’è e come si contrae l’infezione - E’ un’infezione, causata da un batterio chiamato legionella, che colpisce l’apparato respiratorio e può manifestarsi in forme anche gravi. La legionella è un microrganismo molto diffuso in natura, dove è associato principalmente alla presenza di acqua (laghi e fiumi, sorgenti termali, ambienti umidi in genere). Da qui, la legionella può “colonizzare” gli ambienti idrici artificiali, come le reti di distribuzione dell’acqua potabile nelle città, impianti idrici dei singoli edifici, impianti di umidificazione, piscine, fontane, e così via. Il batterio della legionella si trasmette solo per inalazione (aerosol) di acqua contaminata, non si trasmette bevendo acqua infetta, non   si trasmette da persona a persona.

La legionella si moltiplica in ambienti acquatici tra i 25 e i 42 gradi. Al di sotto dei 20 gradi la legionella non cresce e pertanto non è pericolosa. Di norma, l’acqua fredda dei rubinetti di abitazioni, scuole, ospedali, alberghi, ecc. esce ad una temperatura inferiore ai 20 gradi.

Come si previene la diffusione - E’ necessario: far scorrere l’acqua (sia calda che fredda) per qualche minuto prima dell’uso, mantenendosi distanti; rimuovere e pulire in modo accurato (con utilizzo di prodotto anticalcare) i frangi–getto (filtrino del rubinetto) e cipolle delle docce. In caso di doccia “a telefono”, non riporla, ma lasciarla pendente, in modo da evitare ristagni d’acqua; non utilizzare le vasche idromassaggio se non viene applicato un corretto sistema di manutenzione. 

L’acqua del rubinetto può essere utilizzata per lavarsi, per preparare e lavare i cibi, per lavare gli indumenti, le stoviglie e le superfici della casa, purchè si seguano le indicazioni sopraindicate. Non ci sono pericoli nell’utilizzo di elettrodomestici che scaldano l’acqua come ad es. lavastoviglie, lavatrice, ferro a vapore, macchina del caffè, caffettiera, ecc. Per gli apparecchi di aerosolterapia, umidificatori e nebulizzatori si devono utilizzare esclusivamente soluzioni fisiologiche sterili. Si ribadisce che l’acqua del rubinetto può essere bevuta tranquillamente.
(fonte )



ULTIMA ORA:

Legionella a Parma: trovato batterio in torre evaporazione

"I primi risultati preliminari, ma non definitivi, dei campionamenti alle torri di evaporazione avviati in «un insediamento (centro contabile Intesa Sanpaolo) indicano la presenza del batterio legionella. Questi esiti potranno o meno essere confermati dai risultati definitivi degli accertamenti di laboratorio nell’arco dei prossimi giorni". Lo riferisce l'Ufficio stampa dell'Ausl di Parma in cui si ricorda che «le indagini ambientali in corso per individuare le cause della diffusione di legionella a Parma hanno interessato anche le torri di evaporazione di alcuni grandi insediamenti, sia nella zona Montebello che in altri quartieri della città».

In Memoria di Fernando Puig Rosado

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Europa - Puig Rosado.



 In Memoriam di Fernando Puig Rosado
Da Francisco Punal Suárez


Ha studiato medicina, ma ha voluto curare le persone con l'umorismo. Affabile, affascinante, ironico,  antifranchista riconosciuto, pittore e disegnatore spagnolo Fernando Puig Rosado, che ho incontrato in Portogallo, è appena morto all'età di 85 anni in Francia, dove si stabilì nel 1960, e ha lavorato sulle pubblicazioni di punta come Nouvel Observateur, Siné Mensuel, Le Canard enchaîné e Figaro littéraire.


Con Jean-Pierre e Claude Favard Desclozeaux Bonnot ha fondato ad Avignone, nel 1967, la  Sociedad Para la Protección de Humor (Società per la protezione di umorismo). Quasi dieci anni dopo, ha ricevuto il Gran Premio di Grandville Black Humor nel 1976.

 Viene evidenziato il suo lavoro come illustratore, e le sua collaborazioni con Pierre Gripari
 (“Historias de la calle Broca”), Evelyne Brisou-Pellen (“Los Pepinos de rey”), e Sylvie Girardet (“La casa de los cinco sentidos” e una enciclopedia del mondo animale).
 Attivista per i diritti umani e per l'ecologia, ha lavorato nel 1990 con Henriette Bichonnier in un manifesto contro la guerra, "Tétaklak e Poirabaff".

 L'umorismo simpatico Puig Rosado risiede in gran parte nel fuoco sorridente dei suoi personaggi e le loro immagini a colori, in contrasto con grande amarezza che prevale su argomenti politici e temi religiosi.

Nel 2014, la città portoghese di Vila Franca de Xira, situato a 30 chilometri da Lisbona, ha reso omaggio a Puig Rosado, con la mostra antologica "Eureka" nel XV Cartoonxira, dove  diversi vignettisti hanno mostrato i loro migliori disegni satirici realizzati nel 2013.

Il prestigioso disegnatore portoghese Antonio Antunes è stato il curatore della mostra, che ha selezionato un ampio campione del lavoro svolto da Puig Rosado, pubblicato dalla stampa e dagli francesi editori, e che copre tutti gli apetti umoristici del suo lavoro: gag, umorismo, satira politica, caricature personali e illustrazioni di libri.

 Con la sua scomparsa fisica, l'humor grafico ha perso una figura di spicco, la cui opera rimarrà in vita per tutte le generazioni.



*
Cocinero del mundo artístico - Puig Rosado


Franco


La suerte está echada - Puig Rosado



Nuevo ser - Puig Rosado

Pintor - Puig Rosado



Fernando Puig Rosado In Memoriam
Por Francisco Punal Suárez


Estudió medicina pero quiso curar a las personas con el humor gráfico. Afable, simpático, irónico, y reconocido antifranquista, el pintor y dibujante español Fernando Puig Rosado, a quien conocí en Portugal, acaba de fallecer a la edad de 85 años, en Francia, donde se radicó desde 1960, y trabajó en emblemáticas publicaciones como Nouvel Observateur, Siné Mensuel, Le Canard enchaîné y Figaro littéraire.

Con Jean-Pierre y Claude Favard Desclozeaux Bonnot fundó en Aviñón, en 1967, la Sociedad Para la Protección de Humor. Casi diez años más tarde, recibió el gran premio de Humor Negro Grandville, en 1976.

Es destacada su labor como ilustrador, y su colaboración con Pierre Gripari (“Historias de la calle Broca”), Evelyne Brisou-Pellen (“Los Pepinos de rey”), y Sylvie Girardet (“La casa de los cinco sentidos” y una enciclopedia del mundo animal).
Defensor de los derechos humanos y la ecología, trabajó en la década de 1990 con Henriette Bichonnier en un manifiesto contra la guerra, Tétaklak y Poirabaff” .

El humor simpático de Puig Rosado reside en gran parte en el enfoque sonriente de sus personajes y en el aspecto colorido de sus imágenes, contrastando con la gran mordacidad que impera en los temas políticos y religiosos.

En el 2014, la ciudad portuguesa de Vila Franca de Xira, ubicada a 30 kilómetros de Lisboa, le rindió homenaje a Puig Rosado, con la exposición antológica “Eureka”, en el XV Cartoonxira, donde destacados caricaturistas lusos mostraron sus mejores diseños de humor realizados en el 2013.

El prestigioso dibujante portugués Antonio Antunes fue el curador de aquella exposición y seleccionó una amplia muestra de la obra realizada por Puig Rosado, publicada por la prensa y editoriales franceses, y que abarcaba todas las ramas del humor gráfico en que realizó su trabajo: gag, humor, dibujo político de opinión, caricaturas personales e ilustraciones para libros.

Con su desaparición física, el humor gráfico ha perdido una destacada figura, cuya obra permanecerá viva para todas las generaciones.


https://fr.wikipedia.org/wiki/Fernando_Puig_Rosado
https://de.wikipedia.org/wiki/Fernando_Puig_Rosado

Emigrazione italiana +6.2% nel 2015

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Boom di italiani che vanno all'estero, in 107mila nel 2015: + 6,2%
ANSA- Sono in maggioranza giovani provenienti. La metà preferita è la Germania. Le regioni con maggiore emigrazione Lombardia e Veneto


Riverso

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Involuzione industriale per coppole e copule
10 ottobre 2016
di: Nadia Redoglia
“Con il termine “Industria 4.0” (I4.0) si vuole indicare la quarta rivoluzione industriale che ha l’obiettivo di portare a una produzione quasi integralmente basata su un utilizzo di macchine intelligenti, interconnesse e collegate ad internet” Copiato pari-pari dal sito del Governo Italiano. Questa  la brochure d’italica presentazione.
Nel XXI secolo, alba della quarta rivoluzione,  il nostro Paese dunque propaganda: “L’Italia offre un livello di salari competitivo (che cresce meno rispetto al resto dell’UE) e una forza lavoro altamente qualificata“. E siccome che da lo Renzi a Lo renzin il passo è breve ecco che il fertility day acquisisce dunque un suo senso logico: crescete e moltiplicatevi. Che centinaia di migliaia di italiani altamente qualificati e per di più fertilissimi emigrano da questo G Paese verso gli altri G, pronti e idonei ad acchiappare l’ottimo fuggente (perché attimo e ottimo fuggono da noi), a ‘sta I4.0 italica frega niente.
Dai mattatoi umani della prima rivoluzione passando per il quarto stato della seconda riuscimmo con la terza a consolidare la classe operaia che mai andò in paradiso, ma si vide restituire dignità umana in terra. Ma poi ilconsumismo fotté ben più del comunismo e quella brochure dimostra quanto l’Italia l’ha subito…
Vantarsi di sfruttare umani sottopagandoli non è rivoluzione, ma involuzione, ovvero regressione a stadi precedenti fino a raggiungere atrofizzazione.
E’ in questo modo che noi ci presentiamo al prossimo G7 ospite a casa nostra.
Giusto una domanda: stante il fatto che la nostra forza lavoro altamente qualificata  (l’altra è perlopiù appannaggio di  correnti mafiose) già appartiene -e così stando le cose sempre più apparterrà– ai restanti 6, s’ha intenzione di mostrare loro quanto ci diamo da fare a copulare per produrne ancora e dunque fornirgliela il più presto possibile?
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SEMPRE PIÙ GIOVANI IN FUGA DALL’ITALIA
Natangelo

Giannelli


Fuga di cervelli
Altan



Il capitale umano
04/10/2016
MASSIMO GRAMELLINI
Dopo la campagna pubblicitaria sul Fertility Day che avrebbe tolto la voglia di fare figli persino al ministro Delrio, la comunicazione del governo segna un altro significativo passo avanti verso il ridicolo. Nella brochure del famoso piano Industria 4.0 (credo significhi: Industria 4 - Italia 0), che dovrebbe indurre gli stranieri a investire da noi, si legge testualmente: «L’Italia offre un livello di salari competitivo che cresce meno rispetto al resto della Unione Europea e una forza-lavoro altamente qualificata». Cioè, ci si vanta del fatto che da noi quelli bravi costano poco. L’impoverimento del ceto medio non è più una catastrofe epocale, ma un’astuta strategia per invogliare gli stranieri a derubricarci alla voce «Terzo Mondo» e farci la carità di portare qui un po’ di lavoro. A mo’ di esempio attrattivo, la brochure esibisce, gonfiando il petto, la parabola esistenziale dell’ingegnere italiano medio, che guadagna 38.500 euro all’anno contro i quasi 50.000 intascati dal suo omologo europeo (e infatti emigra appena può).

Siamo seri: per convincere gli stranieri a investire in Italia si poteva forse esaltare la lentezza della burocrazia, la durata biblica dei processi, l’obesità delle tasse sul lavoro e l’attenzione nel non rompere troppo le scatole alla criminalità organizzata? Sbandierando l’abbassamento degli stipendi, i compilatori della brochure governativa hanno ostentato l’unico successo del Sistema Italia di cui evidentemente non si vergognano.



Cadei

Fuga di cervelli
Fontana


Ciaaaao Dario! Ciaaaao Bob!

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Ciaaaao Dario! Ciaaaao Bob!
13 ottobre 2016
Nadia Redoglia
Giullare e menestrello sono pressoché sinonimi ed entrambi i termini sono abbastanza riduttivi, certamente non esaltanti. Tutti i giornali trovano invece affettuoso, vezzoso, confidenziale il citare, definire, tracciare (qualcuno perfino tacciare) i due Nobel in questo modo.  Il testamento di Alfred Nobel recita: [il premio a coloro che] più abbiano contribuito al benessere dell’umanità. Quanto alla distribuzione, per la letteratura leggiamo: una parte ancora a chi, nell’ambito della letteratura, abbia prodotto il lavoro di tendenza idealistica più notevole.
Ai soloni (e ai sòloni,  dato quanto impunemente fanno tendenza) che da ore stanno commentando, disquisendo, dissertando (sbrodolando) sull’onorificenza consegnata a Dylan così come nel ’97 a Fo, bisogna ricordare che il premio mondiale non è onorificenza per chi meglio si esprime in letteratura, bensì per chi meglio contribuisce al benessere dell’umanità producendo lavoro di tendenza idealistica più notevole. Per arrivare a tanto è ovvio che bisogna anche essere giullari e menestrelli. Anche, non solo… Bisogna non essere imbrigliati in matrici zincografiche, in stereotipi imprigionati da spazi e tempi dettati e datati, luoghi (e location) comuni, simulazioni e simulacri artefatti. Bisogna non farsi imbambolare da Utopia, ma di lei farne bambola da cullare sapendo che in prossimo futuro potrebbe materializzarsi in piccolo essere che vive, respira, ama. Quale modo migliore per contribuire al benessere dell’umanità? Quale lavoro di tendenza idealistica è più notevole di questo?
Chi, se non questi due dunque, più si sono avvicinati agli ultimi desideri di Nobel?
Dario Fo è morto. Dai dai, conta su…ah be, sì be. E sempre allegri bisogna stare…Ciaaaao!



Bob Dylan
Firuz Kutal



una serie di sogni tra cui un premio Nobel
Tiziano Riverso



Bob dylan nobel prize of literature    Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
...Blowing in the wind
13 Oct 2016


Polemiche per Nobel a Dylan
Riverso


se Guccini e De Andrè erano americani...
Fogliazza

Dario Fo, pittore.

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Il-quarto-stato-con-Dario-e-Franca-2011


"Mi sento attore dilettante e pittore professionista." 
Così amava definirsi Dario Fo straordinario uomo di teatro e Premio Nobel per la Letteratura nel 1997. Nel 2012 per la prima volta il grande artista è stato al centro di una mostra a Palazzo Reale,  dal titolo«Dario Fo a Milano. Lazzi sberleffi dipinti»: in esposizione oltre 400 opere  il ruolo fondamentale di pittura e disegno nella carriera e nella vita di Fo.

Il percorso espositivo si snodava fra i dipinti a olio degli esordi (ai tempi l'autore frequentava l'Accademia di Brera) e i monumentali acrilici realizzati più di recente, passando per collages e arazzi. In mostra erano anche oggetti di scena, maschere, marionette e burattini, oltre a disegni, schizzi, acquarelli, bozzetti di costumi, scenografie, locandine e stampe che nel corso degli anni sono diventati parte integrante della Compagnia Teatrale di Dario Fo e Franca Rame.
fonte

Il-terremoto-dell-Aquila-2011


Recitare-l'osceno-è-permesso.-La-satira-è-proibita-2012

La-cacciata-dei-comici-2011

Dobbiamo-salire-sempre-più-in-alto-per-farci-sentire-2011


Lo-sbarco-di-Lampedusa-2011



Quella che vedete in foto sotto è un'opera di Dario Fo realizzata con tecnica mista, con prevalenza di pittura a olio su tavola di faggio. Il nome dato all'opera è il seguente:
"Dipinto sulle orme del dinamismo metafisico. Ritratto di una donna elegante Maria Elena Boschi". La misura del quadro è 52cm x 62cm. Per volere di Dario Fo, il dipinto è stato messo all'asta (base d'asta 8.000 euro) su una piattaforma online, e il ricavato della vendita devoluto al Movimento 5 Stelle a sostegno di Italia 5 Stelle che si è tenuto a Palermo il 24 e il 25 settembre scorsi, ma anche per alimentare la polemica sulla vignetta delle "cosce" della ministra Maria Elena Boschi firmata da Mannelli.

Nel tratto si distinguono chiaramente le sembianze di una dama dalla testa non umana che accavalla le gambe, mostrando le cosce, un chiaro riferimento alla vignetta di Mannelli.

"Dipinto sulle orme del dinamismo metafisico. Ritratto di una donna elegante Maria Elena Boschi"


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COSCE DA PAZZI
Diario Fo commenta la vignetta di Riccardo Mannelli: "È bellissima, le polemiche sono un tentativo di censura"

Franca Rame


Dario Castillejos, un agitatore di consapevolezza critica

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La verdad histórica - Premio Nacional de Periodismo 2015- Darío Castillejos


Dario Castillejos, un agitatore di consapevolezza critica

Da Francisco Punal Suarez
Speciale per Fany Blog

La corruzione, l'ingiustizia e l'arbitrarietà che ha visto in tribunale come avvocato - ha studiato legge presso l'Universidad Autónoma Benito Juárez de Oaxaca (UABJO)- ha portato il messicano Dario Castillejos Lázcares ad esprimere la sua indignazione mediante un cartoon. La dura realtà del suo paese e del mondo, superiore a tutte le sue aspettative, è la sua principale materia prima, e esprime, attraverso l'arte del disegno, la sua irriverenza e la critica al potere costituito, sia politico che economico.

Nato a Oaxaca nel 1974, Castillejos, ha trascorso 25 anni come disegnatore in Messico, dove esiste una grande tradizione storica di questo genere con autori come Rius, Rogelio Naranjo, Helio Flores, Luis Carreño, e molti altri di cui riconosce l' influenza  sul suo lavoro, è un agitatore di coscienza critica, con ogni disegno pubblicato.
I lettori del quotidiano El Imparcial de Oaxaca guardano con interesse, ogni numero, i suoi lavori d'opinionista.  Dario pubblica anche le sue vignette nella rivista Affari Esteri dell'America Latina e del settimanale El Chamuco, e lavora per Caglecartoons, Courrier International, agenzie VJ movimento, ed è Presidente del Club della Caricatura dell'America Cartonclub.

I suoi fumetti sono stati premiati e applauditi in concorsi in Brasile, Grecia, Portogallo, Francia, Perù, Colombia, Stati Uniti, Turchia, Olanda e sicuramente in Messico, dove ha ottenuto diversi premi giornalistici.

Il 2016 è un anno felice per Dario: di recente la casa editrice Almacia ha pubblicato il suo primo libro "Impressioni di un mondo offuscato", e ha appena ricevuto il Premio Giornalistico Nazionale nella categoria della caricatura, con il suo lavoro “La verdad histórica” ​​relativo al 2015. E' la terza volta che vince questo premio: nel 2012 è stato con “Elecciones fúnebres”, che riflette il clima di violenza nel paese nei giorni delle elezioni; e nel 2014 è stato con “Justicia en crisis”,  altro problema in Messico.

Il libro “Impresiones de un mundo desdibujado”, che ha avuto buona accoglienza, è una raccolta di vignette pubblicate su vari media, dal 2000 a oggi e comprende un centinaio di cartoons,  dove il suo sguardo incisivo, con ingredienti dell'assurdo , umorismo nero, ironia e satira, l'autore analizza gli eventi del mondo, ingiustizia e violenza, libertà e censura, denaro e crisi, la fama e la cultura, e la società.

I suoi disegni colpiscono il lettore per il loro contenuto, la ricchezza artistica e tecnica impeccabile, confermano che la vera arte è una provocazione, e che il valore di un cartoon sta nella rottura di stereotipi e nell'uso della mente.

"Mi piace fare riferimento - Dario esprime- ai problemi che ci causano disagio, quelli che agitano la pubblica opinione, come la cattiva amministrazione della giustizia, la criminalità, il traffico di droga, ecc. Cerco sempre di affrontare la politica con uno sguardo critico e divertente, con l'intenzione non solo di evidenziare, ma anche di  stimolare la riflessione in ogni cartoon. Il nostro lavoro è un contrappeso sociale, al potere in tutte le sue manifestazioni. La critica è necessaria in una società che aspira alla democrazia, e l'umorismo è un buon stimolante per aumentare la consapevolezza. Il cartoon in Messico ha una lunga tradizione nella stampa, però, attualmente, molti vignettisti non possono vivere di questo lavoro. Inoltre, il clima di violenza e di disperazione che affligge il paese ha messo in pericolo tutti i lavoratori dei media, tra cui disegnatori satirici".




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Justicia en Crisis -Premio Nacional de Periodismo 2014 Darío Castillejos, México.



Elecciones fúnebres - Premio Nacional de periodismo 2012 - Darío Castillejos

Cambio de hueso - Darío Castillejos
Banquete - Darío Castillejos
Tierra de libertades - Darío Castillejos.

Mirándose al espejo - Premio en el 38º Salón de Piracicaba - Darío Castillejos

La otra puerta - 1er. Lugar - Dario Castillejos - México

Vida politica - Dario Castillejos - México.

Volatilidad financiera - Dario Castillejos.

Mar embravecido - Darío Castillejos.

La libertad de las redes - Darío Castillejos.


La disculpa - Dario Castillejos

Trumpas - Darío Castillejos.




Darío Castillejos, un agitador de la conciencia crítica
Por Francisco Punal Suárez
Especial para Fany Blog

La corrupción, injusticias y arbitrariedades que presenció en los juzgados como abogado –había estudiado derecho en la Universidad Autónoma Benito Juárez de Oaxaca (UABJO)- llevaron al mexicano Darío Castillejos Lázcares a expresar su indignación mediante la caricatura. La dura realidad de su país y del mundo, que sobrepasa todas las expectativas, es su principal materia prima, para manifestar, mediante el arte del dibujo, su irreverencia y crítica al poder establecido, ya sea político o económico.
Nacido en Oaxaca en 1974, Castillejos, quien lleva ya 25 años como caricaturista en México, donde hay una gran tradición histórica en este género, con autores como Rius, Rogelio Naranjo, Helio Flores, Luis Carreño, y otros muchos a quienes reconoce que han influido en su obra, es un agitador de la conciencia crítica, con cada dibujo que publica. Los lectores  del periódico El Imparcial de Oaxaca buscan con interés, en cada edición, sus trabajos de opinión. También Darío publica sus caricaturas en  la revista Foreign Affairs Latinoamérica y el semanario El Chamuco, y trabaja para las agencias Caglecartoons, Courrier International, VJ Movement,  y es Presidente del Club de la Caricatura Latina Cartonclub.
Sus viñetas han sido premiadas  y aplaudidas en certámenes celebrados en Brasil, Grecia, Portugal, Francia, Perú, Colombia,  Estados Unidos, Turquía, Holanda y desde luego en México, donde acumula varios galardones periodísticos estatales.
2016 es un año feliz para Darío: recientemente la editorial Almacia ha editado su primer libro “Impresiones de un mundo desdibujado”, y acaba de recibir el Premio Nacional de Periodismo en la categoría de caricatura, con su obra “La verdad histórica”, correspondiente a 2015. Es la tercera ocasión que obtiene ese galardón: en el 2012 fue con “Elecciones fúnebres”, que reflejaba el clima de violencia en el país en las jornadas electorales; y en el 2014 fue con “Justicia en crisis”, otro renglón deficitario en México.
Su volumen “Impresiones de un mundo desdibujado”, que ha sido muy bien recibido, es una compilación de dibujos publicados en diversos medios, desde el 2000 a la fecha e incluye un centenar de cartones, donde con su mirada incisiva, con ingredientes del absurdo, humor negro, ironía y sátira, el autor analiza sucesos del mundo, la injusticia y la violencia, la libertad y la censura, el dinero y la crisis, la fama y la cultura, y la sociedad.
Sus dibujos, que impresionan al lector por su contenido, su riqueza plástica y una técnica impecable, ratifican que el verdadero arte es una provocación, y que el valor de una caricatura radica en romper estereotipos y en ejercitar la mente.
“Me gusta referirme – expresa Darío- a los temas que nos causan incomodidad, aquellos  que están en el rumor público, como la mala administración de la justicia, la criminalidad, el narcotráfico, etc. Trato siempre de abordar la política con una mirada crítica y humorística,  con la intención no sólo de denunciar sino de que se pueda hacer un ejercicio de reflexión en cada caricatura. Nuestra obra es un contrapeso social al poder, en todas sus manifestaciones. La crítica es necesaria en una sociedad que aspire a la democracia, y el humor es un buen estimulante para despertar la conciencia. La caricatura en México tiene una larga tradición en la prensa, sin embargo, actualmente, muchos caricaturistas no pueden vivir de su obra. Además, el clima de violencia y desamparo que sufre el país ha puesto en riesgo a todos los trabajadores de la prensa, incluidos los humoristas gráficos”.

PROFESSIONE CARTOONIST di Athos

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Il giorno 29 ottobre 2016 alle ore 16,30 
al Museo del Fumetto WOWdi Milano, 
viale Campania 12 (tram 27, filobus 90,91 e 93, passante stazione Vittoria)
verrà presentato il libro di vignette, a colori 
di Athos Careghi,
PROFESSIONE CARTOONIST.

Mi scrive Athos Careghi :

"Buongiorno Raffaella,

ho inviato il disegno della copertina del mio libro, in corso di stampa, che verrà presentato al Museo del Fumetto WOW di Milano il giorno 29 ottobre p.v., alle ore 16,30 (sono infatti molto pasticcione col pc, figuriamoci che - iscritto da anni a facebook - solo con l'aiuto di Perazzolli sono riuscito ad entrare per la prima volta nella mia pagina solo un paio di mesi fa...). Che razza di imbranato!!! Il libro PROFESSIONE CARTOONIST è una raccolta di vignette a colori tratte dal mensile Quattro, Il Giornalino, Famiglia Cristiana, Corriere della Sera, Help!, Buduar, ecc.,

edito in 300 copie dall'AssociazioneCulturale Quattro, via Tito Livio 33 - 20135 Milano, tel. 02 45477609; e-mail: quattro@fastwebnet.it, a 10 euro; il libro non sarà distribuito nelle librerie nazionali ma soltanto in quelle dei quartieri milanesi e in qualche edicola, ma se qualche appassionato buontempone lo richiedesse per posta - fra poco siamo sotto le feste - le spese di spedizione sono comprese nel prezzo di copertina (Il ricavato è interamente devoluto all'Associazione).
Questa volta trasmetto la copertina, la sola pronta (mi sono tolto solo un po' di chili e un po' di anni..).
Grazie Raffaella per le vignette che mi arrivano da tutto il mondo!

Un caro saluto athos "


Questo artista, forse è come dice lui imbranato e pasticcione , ma io ne dubito.
Scopro dalla Wikipedia inglese che è emiliano di Correggio, è emigrato in gioventù in Belgio ed in Olanda dove ha lavorato come operaio in fabbrica e pure in miniera, per poi tornare in patria e laurearsi in Economia e Commercio e diventare un manager ospedaliero. Disegna nel tempo libero e pubblica in numerose riviste, tra cui Il Giornalino.

Di Athos Careghi è infatti fra le tante cose da lui fatte, Fra Tino.  Questo ingenuo e simpatico personaggio con le sue tavole è sul settimanale "Il Giornalino" sin dal 1982.
In strisce e tavole e rigorosamente senza nuvoletta, meglio chiamata balloon, il piccolo frate e i suoi confratelli sono descritti nella quotidianità, la letizia francescana con tocchi ironici, surreali, direi poetici.







Ma non solo Fra Tino: bella questa sua intervista qui.
E qui qualche altro suo disegno in attesa di sfogliare il suo nuovo libro.


NO SLOT: campagna contro il gioco d’azzardo




Gara d'appalto


Pioggia "alternativa" disegnata da Athos Careghi, Cartoonist del Diario Tremenda.




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Fonte Fondazione Franco Fossati
Atos CAREGHI (ATHOS)1939
Nasce Correggio (Reggio Emilia, Italia) il 23 maggio 1939. Si trasferisce a Milano dopo aver trascorso alcuni anni in Olanda e in Belgio. E' laureato in economia e commercio. Esordisce con una vignetta umoristica pubblicata sul Vittorioso nel 1954.
Di pochissime parole - quasi tutte sornione e azzeccate - produce in prevalenza disegni senza battuta, sviluppa la sua prima produzione nell'umorismo disegnato con vignette di stampo metafisico, tragiche, corrosive, per tali ragioni poco pubblicate. Fa parte di quella selezionata schiera di disegnatori ospitata, negli anni Sessanta, ne Il delatore, una pubblicazione forse troppo in anticipo sui tempi, che diventerà una ghiotta rarità bibliografica. Poi si "ravvede", e finalmente pubblica copiosamente su HelpBertoldoCandido,King KongLa Settimana Enigmistica, periodici Mondadori (GialliNeriSegretissimoUrania), ZakimortIntrepido e MonelloIl Mago,Famiglia TV, "Satyricon" (sezione del quotidiano La Repubblica), La Gazzetta dello SportGuerin Sportivo e naturalmente Humor Graphic.
Oltre a produrre vignette umoristiche "generaliste", è anche autore di vignette antimilitariste ("Soldati""Signornò" e "Pacifico") e sul mondo amministrativo ("I burocrati"), e di strisce (Mc LaderDadaFiorello).
A partire dagli anni Ottanta pubblica su Il Giornalino la sua striscia più nota, Fra Tino, un candido monachino ricco di trovate fantasiose, che viene pubblicata settimanalmente e dal 1994 diventa pagina. Le Edizioni S. Paolo ne hanno pubblicato anche una raccolta, "I Fioretti di Fra Tino" (tradotta anche in Brasile come "Fioretti di Frai Tino".
Partecipa – con frequenti riconoscimenti e vigorose pacche sulle spalle – a molte e importanti rassegne umoristiche, come il FestiValtravaglia dell'Arte Leggera e La Ghignata.

"Io NO" ed altri cartoon di GIO

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Io No
Gio


A Dario Fo e Franca Rame
Il coccodrillo è proprio d'obbligo!
Gio



I nostri ragazzi nella rete
Gio
Bambola di pezza contro la violenza sui bimbi
Gio


Il leasing è mio e lo gestisco io ...
Gio

I nuovi segnali
Attenzione! Caduta Scuole
Gio


Stop the war
Non si può accettare che dei bambini nel mondo non conoscano che la guerra!
Gio



www.caricaturegio.altervista.it

Mariagrazia Quaranta, alias Gio, è abruzzese, della provincia de L’Aquila. E’ laureata in architettura con la passione da sempre per le caricature e le vignette. Da settembre 2006 è nel Colto Circuito dell’Associazione Nazionale Umoristi. Nel 2009 ha pubblicato il calendario “Le caricature di Gio” sul sito web di Repubblica.it. Collabora o ha collaborato periodicamente con importanti siti del settore.Ha, inoltre, esposto vignette presso il Museo d’arte moderna V. Colonna a Pescara. Ogni anno i suoi lavori sono esposti alla Rassegna internazionale di satira, umorismo e fumetto La Ghignata presso il Museo del Fumetto – Fondazione Franco Fossati a Monza ed al Festival international de la caricature du dessin de presse et d’humour a St.Just le Martel (Francia). Selezionata in importanti festival nazionali ed internazionali, come Umoristi a Marostica, Fanofunny, Humour a Gallarate. Ha partecipato alla mostra collettiva intitolata Il segno rosa organizzata dalla Fondazione Franco Fossati al Wow Spazio Fumetto Museo del fumetto. Qui tutti i premi che ha preso!

A cena con Obama

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Agnes day...
di Nadia Redoglia
Ne hanno dette d’ogni, quanto a gossip, sulla signora Agnese in occasione della trasferta alla Casa Bianca. A differenza del marito non si considera “la magnifica” e, coi piedi per terra, dimostra di vivere serena e graziosamente la sua vita casa e bottega. Certo, vederla scendere  dall’aereo di stato, anzi di governo nella fattispecie del marito, prendendolo per mano… Mammamia quella roba lì appartiene a frusto ricordo, ancora nemmeno vintage, per B&B (bush/berlusconi). Ma quanto hanno toppato gli spin ciambellani renziani?! Sarà perciò che Armani, messaggero della sobria eleganza italiana, allertato sull’aeronautico protocollo, ha preferito essere l’unico, tra gli altri eccellenti invitati, a giungere colà con mezzi propri.  Ma torniamo all’Agnese. Ebbene, lei è stata perfetta. E’ il marito che, presentandosi all’americano qui tollis peccata mundi, in cambio di un peloso yes referandario gli ha porto la chioma ché schiavi degli Usa per virtute e riconoscenza fatti noi fummo…
Ma quanto ne sa Obama della nostra Costituzione? Probabilmente niente, ma ciò che conta per tutti i presidenti States è che i loro servi dicano sempre yes, soprattutto in previsione di uno solo che sempre più decide per tutti. Ed è ciò che pericolosamente potrebbe succedere se il referendum premiasse  quel sì, anzi yes (man).  



Vauro
Natangelo


La Micela



ULTIMA CENA
Nei discorsi che hanno preceduto la cena ufficiale  Obama ha appoggiato esplicitamente la Riforma renziana e altrettanto esplicitamente chiede all'Italia il sostegno delle politiche USA tanto in campo militare che economico.
Uber


CENA ALLA CASA BIANCA
Portos



Riverso



CENA INTERNAZIONALE
 a casa Renzi.... 
leggi e commenta la vignetta INEDITA linkata QUI:
http://www.unavignettadipv.it/public/pv190313/?x=entry%3Aentry161017-053640

Staino



Giannelli




Ellekappa



Giusi Nicolini a cena con Obama. E chi se ne frega se ce l’ha portata Renzi.
Mauro Biani



Mannelli



DINKY IN APPLAND Arriva il Ciuchino Digitale!

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   DINKY IN APPLAND
 Arriva il Ciuchino Digitale! 

 Nell'occasione della manifestazione Lucca Comics & Games 2016, laDinky Donkey Srlè lieta di presentare al grande pubblico Dinky in AppLand, il primo albo a fumetti di Webby e Dinky, protagonisti delle avventure pubblicate ogni mese su Dinky Free Kid’s Magazine. 

Il mondo digitale del Web e delle App è ormai una realtà in continua crescita, una dimensione con cui conviviamo ogni giorno in quasi tutte le cose che facciamo. E se esistesse un modo per entrare in questa dimensione virtuale, fisicamente? E se entrati in questa dimensione scoprissimo che è tutto… reale?
Wally Webby, un ragazzino appassionato di computer e videogiochi, grazie al Magic Tablet di Nonno Hap scoprirà che dietro gli schermi esistono mondi reali quanto il nostro. Ad aspettarlo troverà Dinky, un ciuchino digitale destinato a diventare la sua guida e, soprattutto, il suo migliore amico.
Dinky in Appland, rivolto ad un target giovanile, è un albo di 48 pagine interamente a colori, in cartonato.
L’albo contiene una storia completa a fumetti, gli sketch, i making of della storia e vari tributi di disegnatori professionisti.
Ideazione di Arianna Florean e Masimiliano Filadoro, i disegni sono di Sandro Pizziolo; i colori e gli studi originali dei personaggi di Arianna Florean; soggetto e sceneggiatura sono a cura di Massimiliano Filadoro, la parte grafica è appannaggio di Lidia Cestari e Daniele Bruni ha la grande responsabilità di farlo conoscere al mondo attraverso i social media.

 Dinky Donkey Srl, di Claudio Cianfarani e Giusy Raia, grazie anche alla professionalità di tutti gli altri componenti dello Staff, si propone come una casa editrice per bambini e ragazzi particolarmente sensibile a tematiche sociali quali il bullismo, lo sport, la salute e la sicurezza dei bambini.
Il progetto Dinky e il mondo di AppLand, attraverso fumetti, libri e giochi in progettazione, propone una visione del Web e della tecnologia digitale consapevole e pro-attiva, contraria all’isolamento, dove rimanga fondamentale la dimensione umana della fantasia e il contatto dei ragazzi con i propri simili.

 Sarà possibile acquistare l’albo a Lucca Comics & Games 2016, presso lo stand ManFont Comics dove gli autori de La Casa di Dinky saranno disponibili per firmare le copie e disegnare sketch.
ManFont Comics che ospiterà Dinky e tutto il suo mondo nasce nel 2010 sottoforma di editore digitale. Fondata dallo sceneggiatore Manfredi Toraldo, si dimostra in breve una pioniera del fumetto pubblicato su tablet, in particolare per i device Apple, attirando l’interesse dei lettori e degli addetti ai lavori. Ad oggi, il catalogo ManFont conta oltre 20 volumi , anche di generi molto diversi fra loro. Oltre al settore cartaceo, la ManFont è anche molto presente sul web, dando spazio a numerosi webcomic gratuiti che spesso si traducono in libri di successo.


Web: www.thedinkydonkey.com
Mail: info@thedinkydonkey.com
Facebook: www.facebook.com/casadidinky
Instagram: www.instagram.com/lacasadidinky


Dinky Donkey Srl – Via Paolo Emilio, 10 – 00192 Roma - Tel . 06.94848641 www.thedinkydonkey.com – info@thedinkydonkey.com 



studi navicella per Webby
futuristic armor
Astral team
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Gli artisti di Dinky ti aspettano al padiglione Napoleone, stand E175 – ManFont.
Potrai venire presso lo stand di Mafont Comics e trovare tutto il mondo di Dinky.
Venerdì 28: Arianna Florean 10:30/13:30, poi dalle 15:30 a chiusura
Sabato 29: Adriana Farina 10/13, Arianna Florean 13/15, Sandro Pizziolo dalle 15:00 a chiusura
Domenica 30 : Sandro Pizziolo 10/13 , Arianna Florean 13/15, Sandro Pizziolo dalle 15:00 in poi
Lunedì 31 : Adriana Farina 10/13, Arianna Florean dalle 15:00 a chiusura
Martedì 1 : Adriana Farina 10/13, Arianna Florean dalle 15:00 a chiusura

Spagna: XXIII Muestra Internacional de las Artes del Humor

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Inmigrantes - Nani - Colombia


XXIII Muestra Internacional de las Artes del Humor
Da Francisco Punal Suarez
Speciale per Fany Blog
21 ottobre 2016


La crisi dei rifugiati, la maggior crisi europea dopo la seconda guerra mondiale, riguarda centinaia di migliaia di persone che migrano dal Medio Oriente, dall'Africa e da altre parti del mondo,  in fuga da  guerre,  persecuzioni, povertà, ingiustizia, arbitrarietà e da tutti i tipi di violazioni dei diritti umani, è il tema centrale dellaXXIII Mostra Internazionale delle Arti del Humour, organizzata dalla Fondazione Generale dell'Università di Alcala de Henares e dall'Instituto Quevedo del Humor , dal titolo: “¿Fronteras y rejas? Parejas” .
La mostra non è competitiva e rimarrà aperta fino al 30 ottobre presso la sala espositiva, Calle Santa María la Rica, 3, a Alcala de Henares, in Spagna, e si compone di 152 opere di autori di 50 nazionalità diverse, una piccola selezione delle oltre 500 iscrizioni ricevute, per manifestare la critica a un'Europa che si proclama impegnata nella difesa dei diritti umani, ma che si comporta in maniera esclusiva e con mancanza di sensibilità per questo dramma.

"Da più di due decenni - scrive nel catalogo della mostra, Fernando Galvan, Rettore dell'Università di Alcalá e Presidente della Fondazione Generale-  il nostro obiettivo con questa attività è di risvegliare le coscienze a situazioni drammatiche ... questa volta, ci mette di fronte a degli esseri umani che sono costretti a fuggire da conflitti e persecuzioni, soffrendo il dolore di dover lasciare tutto quello che amavano, con l'incertezza di ciò che riserva il futuro e l'esperienza del rifiuto o rapporti quotidiani trascurare nel mondo dei media ".

La mostra comprende esposizioni, convegni, laboratori nelle scuole e nelle carceri, attività di strada, presentazioni di libri,  Fiesta de la Caricatura Solidaria ,    in cui artisti provenienti da diversi paesi fanno disegni vivono sulla strada principale della città, e altri animazioni per i bambini. L'italiana Marilena Nardi partecipa all'evento come artista ospite. Da qui, ci congratuliamo con gli organizzatori della mostra: Juan Garcia Cerrada, Esther morote, José Lorenzo, e collaboratori esterni che rendono possibile questa attività interessante e necessaria.


 Ancora una volta, la realtà ispira gli umoristi grafici che con il loro sguardo critico e tagliente, denunciano e ci fanno riflettere su situazioni che colpiscono milioni di persone.

Welcome- Ricardo

Destino patera - Juan Carlos Contreras, España
Frontera - Luc Descheemaeker, Bélgica

Fronteras europeas - Plantu, Francia.

Isla Utopía - David Vela, España

La frontera - Tsocho - Bulgaria

Refugiados - J.Bosco - Brasil
Sin título - Malagón - España


Sin título - Passaprawas, Tailandia


XXIII Muestra Internacional de las Artes del Humor
Por Francisco Punal Suarez
Especial para Fany Blog
Octubre 21 de 2016

La crisis migratoria en Europa, la mayor después de la Segunda Guerra Mundial, que incluye a cientos de miles de refugiados procedentes de Oriente Medio, África, y otras zonas del mundo, que huyen de la guerra, persecuciones, pobreza, injusticia, arbitrariedades y todo tipo de violaciones de los derechos humanos, constituye el tema central de la XXIII Muestra Internacional de las Artes del Humor, realizada por la Fundación General de la Universidad de Alcalá de Henares y el Instituto Quevedo del Humor, con el título: “¿Fronteras y rejas? Parejas”.

La exposición no es competitiva y estará abierta hasta el 30 de octubre en la Sala de Exposiciones, de la calle Santa María la Rica, 3, en Alcalá de Henares, España, y está compuesta por 152 obras de autores de 50 nacionalidades diferentes, una pequeña selección de los más de 500 trabajos recibidos, que manifiestan su crítica a una Europa que se supone comprometida con los derechos humanos, pero que se comporta de manera excluyente y con falta de sensibilidad ante este drama.

Desde hace más de dos décadas – escribe, en el catálogo de la muestra,  Fernando Galván, Rector de la Universidad de Alcalá y Presidente de la  Fundación General- el Instituto Quevedo del Humor y nuestra Fundación pretenden con esta actividad despertar conciencias ante situaciones dramáticas…En esta ocasión, nos sitúa frente a seres humanos que se ven obligados a huir de conflictos y persecuciones, que sufren el dolor de tener que dejar todo lo que amaban, con la incertidumbre de lo que el futuro les deparará y la experiencia del rechazo o el abandono que diario divulgan los medios de comunicación del mundo”.

La Muestra incluye exposiciones, conferencias, talleres en centros escolares y centros penitenciarios, actividades en la calle, presentación de libros, Fiesta de la Caricatura Solidaria en la que artistas de varios países realizan dibujos en vivo en la calle Mayor de la ciudad, y otras animaciones para los más pequeños. De Italia, participa la artista invitada Marilena Nardi.  Desde aquí,  felicitamos a los organizadores de la Muestra: Juan García Cerrada, Esther Morote, José Lorenzo, y colaboradores externos, que hacen posible esta interesante y necesaria actividad. 

Una vez más, la realidad sirve de inspiración a los humoristas gráficos, quienes, con su mirada crítica y punzante, denuncian y nos hacen reflexionar sobre situaciones que afectan a millones de personas.

la fabrica del Humor 


Periferia de un sueño. El cine de Pasolini



PS: l'artista Elchicotriste all'interno della rassegna ha presentato il libro Entre Luz y Sombra
che racconta la fase creativa del  murales ad Alcalà-Meco






"Love is an olive tree", l'amore è una pianta d'olivo.

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Se ne è andato a soli 47 anniPaolo Coppini, imprenditore dell'olio. Lo ha stroncato un malore mentre era al lavoro nel suo ufficio a San Secondo. Una vita dedicata all'azienda di famiglia che conduceva al fianco del padre e dei fratelli Francesco, Matteo e Pier Luigi, e un amore infinito per la moglie e per i figli Mattia e Anita. Primogenito di Ernesto, presidente di Coppini Arte Olearia, e di Vanna, era il responsabile export dell'azienda. Nel 2015 venne premiato con la benemerenza Sant'Ilario dal sindaco Federico Pizzarotti per la Coppini Arte Olearia.

"Love is an olive tree", l'amore è una pianta d'olivo ed il suo grande amore per questo albero non lo ha espresso solo in azienda ma lo ha portato nel mondo , all'Expo e persino sull'Everest.

Che la terra ti sia lieve Paolo, Olivetree Man.




5 Ottobre 2016 - 16:51 (fonte)
"Love is an olive tree": il trailer del docu-film che pubblichiamo è tratto da YouTube. Questa la descrizione:

L'amore e la passione per la montagna, il rispetto della natura e la forza unificante di albero di olivo. Paolo Coppini, insieme ad alcuni compagni di cordata, è riuscito a realizzare un sogno: portare un piccolo ulivo sull'Everest.
Lungo la via per l'Everest hanno incontrato persone provenienti da ogni dove, centinaia di occhi che si sono commossi alla vista di Amèrico, l'Olivo compagno di viaggio, trovando nelle diversità e nella tolleranza il significato di una intera esistenza. "Love is an olive tree", questo è il mantra che ha accompagnato il gruppo e che è passato di bocca in bocca, è stato tradotto in molte lingue e ci ha fatto sentire tutti parte di un unico sogno.
Da questo viaggio è scaturito un docu-film, con la regia di Giampaolo Bigoli.

Dalla Gazzetta di Parma del 20 giugno 2009

Il simbolo di pace sull'Himalaya

Scuote il capo Faulkes, l’incredibile protagonista de «Il pittore di battaglie», ultimo romanzo di Arturo Pérez-Reverte. Scuote il capo e isola l’umanità in simmetrie di sofferenza: «Ci sono luoghi dai quali non si torna indietro. Non si torna mai veramente». È il valore del viaggio, della scoperta disarmante della propria nudità interiore e di una ricostruzione (o annullamento, come nel caso del testo dell’autore spagnolo) che può scaturire solo da un cammino già cominciato. Paolo Coppini (esponente dell'omonima azienda olearia parmense) l’ha sperimentato sulla propria pelle a partire da un’idea - da un’immagine, sarebbe più giusto dire - che ruba il sogno concreto ad una simbologia universale: portarsi sulle spalle una pianta bonsai d’olivo - ribattezzata Americo come il capostipite dell'azienda - in un tragitto a piedi che raggiunga il punto più alto possibile in direzione dell’Everest.
San Secondo Parmense (38 metri sul livello del mare), Kathmandu (1355), Namche Bazaar (3.440) e Cha La pass (5.375) sono le tappe di un itinerario che riconduce l’ideale ad un luogo fisico, quella vetta di 8.848 metri che si vede sullo sfondo. Un cammino che ritroviamo ne «L’uomo con l’albero d’olivo», il documentario ideato dallo stesso Coppini, realizzato da Gianpaolo Bigoli, già premiato al Trento Film Festival e presentato dagli autori giovedì scorso all’arena estiva del cinema Edison. Che ci siano luoghi da cui non si torna come prima, Coppini se ne accorge alla partenza con un’intuizione che gli fa dire: «Forse capiremo il valore della nostra missione solo quando saremo già a destinazione». E il valore lo colgono per bocca di un uomo che da un anno marcia per la pace e, vista la pianta, non esita a dire «love is an olive tree».
Bigoli mette in rilievo una simbologia elementare, ma ci aggiunge qualcosa di più grazie alla presenza delle figura umana nell’inquadratura: protagonista assoluta quando il viaggio è ancora turismo, in secondo piano rispetto all’albero mentre i passi diventano metafore e distanti, quasi persi nella nebbia, nei momenti di difficoltà. Poi ci sarebbe il ritorno a casa. Mai come prima.

IL MUSEO DELL’ARTE OLEARIA E L’OLIO DEL DUCATO
http://www.museorsicoppini.it/
http://www.coppiniarteolearia.com/

Ritratto di Gian Luigi Rondi

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Un mese fa se ne andava Gian Luigi Rondi

« Io i David li faccio dal '58, quindi da sessant'anni. Ero un giovanetto quando ho cominciato a occuparmene. Ogni anno abbiamo rinnovato l'elogio e la difesa del cinema, soprattutto italiano, perché il mio amore e la mia vita sono il cinema, ma soprattutto il cinema italiano. E questo spero che continueranno quest'opera anche i miei successori. Perché eliminare dai nostri amori il cinema sarebbe un gravissimo errore »(Gian Luigi Rondi Nasalli, 2016)

Gian Luigi Rondi Nasalli è stato un critico cinematografico italiano. Decano dei critici italiani
aveva il sorriso sempre pronto e portava un'inconfondibile sciarpa bianca, felliniana. Aveva novantaquattro anni e ha attraversato da protagonista la storia del cinema e del nostro paese, scrivendo fino all'ultimo le sue recensioni. E' stato presidente dell'Accademia del Cinema Italiano e dei Premi David di Donatello e tante altre cose ancora.

Su una Repubblica del 2013 ho trovato un'interessante  intervista di Antonio Gnoli 

e il ritratto  di Riccardo Mannelli.




Gian Luigi Rondi Sono stato un moralista ma ora mi pento
Gian Luigi Rondi "Sono stato un moralista ma ora mi pento" na vita per il cinema. Un potere senza eccezioni, esercitato con blanda ferocia. 

A 92 anni Gian Luigi Rondi ha un solo vero cruccio: non poter sconfiggere il tempo. Eppure è lì, sulla pedana della vita - alto, elegante, lucido, avvolto nell' inconfondibile sciarpa bianca - a duellare con i giorni che passano. Più che di sciabola, va di fioretto. La stoccata deve essere un ricamo. Non necessariamente all' ultimo sangue, dice con qualche punta di ironia. La casa dove vive ha il serio tono borghese che si addice a certe abitazioni dei Parioli: un fasto misurato mi accoglie nel grande salone. Tutto intorno divani, libri, una scrivania colma di carte, e alle pareti un' impressionante serie di ritratti di una donna che scopro in seguito essere la mamma di Rondi. Devozione filiale, penso. Ma è come se in quella testimonianza si annidi la domanda originaria: chi sono veramente? Chi è quest' uomo che, al di là delle mode, per sessant' anni ha monopolizzato la critica cinematografica, raccontato film, descritto personaggi, occupato ruoli di direzione pubblica sopravvivendo a polemiche, accuse, insinuazioni?
Il cinema è un territorio battuto soprattutto dalla sinistra. Come ha fatto lei che giunge da lidi politici più conservatori a ritagliarsi un ruolo così importante? 
«Sono stato un partigiano e un antifascista. E non dell' ultima ora. Fu mio padre, che era tenente dei carabinieri, a trasmettermi certi valori. E poi Adriano Ossicini mi aiutò a capire l' importanza di certe idee. Ho militato nella sinistra cristiana che fu sciolta per ordine di Pio XII, molto scontento del legame con i comunisti. In quel periodo conobbi Giulio Andreotti».
Di quale anno parliamo?
 «Mi pare fosse il 1948, stavo per sposarmi. Ero da un anno il critico ufficiale al quotidiano Il Tempo, fondato e diretto da Renato Angiolillo. Ricordo che Andreotti mi chiese di far parte della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia. Capii che era molto interessato al peso e all' importanza che il cinema cominciava ad avere in Italia. Mi portò anche a Cinecittà. Nei suoi progetti c' era l' idea di sistemare nuovamente gli studi che erano allora pieni di sfollati».
Aveva capito che il cinema era uno strumento per la politica? 
«Non posso dirlo. Credo semplicemente che gli piacesse. Tra i politici, soprattutto democristiani, era il più attento al mezzo e alle storie che i film raccontavano».
Lo era al punto che criticò il neorealismo dicendo che i panni sporchi si lavano in famiglia. 
«Non fu lui a pronunciare quella frase, ma un ambasciatore. E comunque io sono sempre stato un sostenitore del neorealismo. Di Rossellini e De Sica soprattutto, per i quali mi sono battuto con convinzione. Quando uscì Ladri di biciclette chiusi l' articolo con un "grazie De Sica", Angiolillo si arrabbiò tantissimo: come è possibile terminare un pezzo di giornale con quella frase? Raccontai l' episodio a Vittorio che mi inviò una lettera con sopra scritto: "Grazie Rondi!". Fino alla fine restammo amici. Era molto charmant e con una vita complicata dal vizio del gioco e praticamente da un doppio matrimonio».
Accennava a Rossellini. 
«Un genio, un avventuriero, generoso, soprattutto con i soldi degli altri, e un donnaiolo. Contemplava i tratti dell' italiano che affascinava il mondo. Ingrid Bergman, dopo aver visto Roma città aperta, gli scrisse una lunga lettera colma di elogi e lusinghe. Della quale parlò diffusamente un giorno a pranzo davanti alla sua compagna di allora».
 Chi era?
«Anna Magnani, ovviamente. Li avevo accompagnati ad Amalfi e pranzammo all' Hotel dei Cappuccini. In quella lettera Ingrid chiedeva di incontrare il maestro e Roberto volò a Hollywood per vederla. Non so se ci fosse stato già qualcosa, ma la Magnani si era fatta sospettosa. E irascibile. Quando a tavola Rossellini cominciò a magnificare le qualità artistiche delle Bergman, Anna prese il piatto di pasta al sugo che aveva davanti e lo tirò in faccia a Rossellini. Poi gelida e furiosa come una regina se ne andò».
E Rossellini come reagì? 
«Con molta calma. Ricordo che disse una sola cosa: "Ah, le donne!". La Magnani continuò a essere gelosa. Quando Rossellini girò Stromboli con la Bergman, gli feci visita sul set. Qualche tempo dopo Aldo Fabrizi mi telefonò per dirmi che Anna mi voleva vedere a pranzo. Passò tutto il tempo a chiedermi com' era quell' americana sul set. Era ossessionata. Sospetto che l' insuccesso del film non dovette dispiacerle».
 Una donna più scomoda o ingombrante?
«Aveva un carattere impossibile. Aggressivo. Negli ultimi anni non riusciva a fare quasi più niente. Voleva che l' aiutassi a trovarle delle parti a teatro. La sua aspirazione era interpretare il ruolo della cattiva. La verità è che era stata una grande maschera del nostro cinema, grazie a Rossellini che seppe farle interpretare il dolore delle donne italiane. Il neorealismo non ha prodotto altre figure femminili all' altezza della sua».
Abbiamo avuto in seguito Gina Lollobrigida e Sophia Loren e i loro contrasti. 
«La Lollo è stata la mia più cara amica. Una Magnani senza tragedia. La rivalità con Sophia fu creata ad arte, come quella tra due ciclisti. E loro ci credettero così tanto che finirono per detestarsi. Si dice che le occasioni nel cinema sono fondamentali. E Sophia le ha sapute sfruttare tutte con grande abilità».
 A cosa allude?
«Al fatto che la sua carriera è stata magistralmente guidata dal marito Carlo Ponti. Visto che si parla di attrici vorrei ricordarne un' altra secondo me straordinaria: Monica Vitti. Fu Antonioni che me la fece scoprire al teatro Eliseo dove recitava. Puntò su di lei per il suo nuovo cinema, ne colse e ne sfruttò in pieno il talento. L' ho seguita in tutti i suoi lavori fino a quando la malattia l' ha rinchiusa nel suo buio».
La spaventa o la sconcerta che la bellezza e il successo hanno spesso una data di scadenza? 
«Nel caso della Vitti mi rattrista. Ma il cinema è un po' anche questo: vive al di sopra dei propri mezzi sentimentali. E poi ti abbandona. Mi ricordo certe sere al caffè Canova con Fellini, avvolto nello sciarpone rosso, che mi diceva: mi trattano come un pensionato. Eppure era stato immenso. Per me il più bugiardo e geniale tra i registi che ho conosciuto. Soffriva molto se non lo si lodava abbastanza».
Un insicuro? 
«Si era fatto parecchi anni di psicoanalisi. Parlava spesso dei suoi sogni, di quell' immaginario che lui legava al processo creativo e che popolava di atmosfere strane: figure deformi, donne grasse e un senso di morte leggero e inquietante».
Lei sogna?
 «Un sogno ricorrente è perdere la strada mentre sto andando dai miei genitori. Ma non so che senso attribuirgli. Dopo che ho sognato mi capita di scrivere molto».
La psicoanalisi lo consiglia. Ne fa pratica?
 «Non credo in quel metodo e non mi interessa raccontare i miei sogni a un altro. Quando cado preda dei momenti di ansia ho un medico che mi prescrive dei farmaci che mi tolgono le paure».
Non si direbbe un uomo ansioso. 
«Passo dei momenti in cui avverto l' ala della depressione scendere su di me. È come se sentissi un grande avvenire dietro le spalle. Fu Gassman a coniare questa espressione. Sa qual è il problema? Non accetto la mia età, da ogni punto di vista la osservo, rifiuto l' idea che ho quasi 92 anni. Non voglio ripiegare su me stesso».
Non le è sufficiente quello che fa? 
«Non mi basta. Passo la mattina a leggere, o andare in accademia, al Donatello; ma ho il bisogno di costruire. Ho creato premi, festival. Non mi rassegno alla noia, al non far niente, alla morte».
C'è un' età in cui si comincia a ripiegare le vele. 
«E perché? Chi lo ha detto? L' anno scorso è morta mia moglie. Mi ha molto sconcertato, in genere le mogli sopravvivono ai mariti».
Sconcertato e non addolorato?
 «Non me lo aspettavo. Perché lei? Mi dicevo. Il dolore ho cercato di nasconderlo. Non sono mai stato un tipo espansivo».
C'è una misura nelle cose? 
«Occorre trovarla. Nel lavoro come nella vita».
Nella sua lunga carriera di critico è sempre stato oggettivo, giusto, adeguato?
 «Ci ho provato».
È stato anche un censore al servizio della pubblica morale.
 «Dicevano che se avessi potuto avrei messo le mutande alle Naiadi di Piazza Esedra».
Lo avrebbe fatto? 
«Ho passato un periodo in cui mescolavo religione e professione. Oggi faccio autocritica. Vivo la religione in modo più consapevole».
È un moralista pentito?
 «Spero mi venga riconosciuto».
A proposito di riconoscimenti che la riguardano ho appreso di una lista di premi impressionante. Le piacciono le onorificenze? 
«Mi piacciono, è il mio limite. Mio fratello Brunello, quando con Fellini scrisse la sceneggiatura di Ginger e Fred, mise nel film l' uomo più decorato d' Italia, quella figura permanentemente in frac voleva essere la mia parodia. Fui insignito da giovane della Legione d' Onore. E molto altro. Che dire? Guardi quel grande quadro».
Quello in cui è avvolto in un mantello? 
«Sì, è un mio ritratto di quando entrai nell' Ordine del Cavalieri di Malta».
Non le sembrano immagini di una vanità eccessiva?
 «A volte penso che sia il cinema a trasmettere i germi di questa vanità. Ma se glielo dico è perché c'è sempre un ravvedimento».
Vedo anche molti quadri che ritraggono una donna. 
«È mia madre. Ho chiesto, nel corso degli anni, ad artisti importanti come De Chirico, Vespignani, Clerici, Caruso, Maccari e tanti altri di farle un ritratto».
Devozione filiale.
«A lei devo tutto: le mie letture, il formarsi del gusto e le scelte nella vita. La sua morte nel 1979 fu straziante per lei e per me. Però continuo a parlarle, come in una specie di dialogo ininterrotto. Sono convinto che non sia un' illusione, resto un uomo razionale che sa che la realtà è qualcosa di tangibile. Ma anche quell' altra è in qualche modo realtà».
Sente delle voci? 
«Per carità, non sono mica Giovanna d' Arco. È il mio intimo più riposto che affiora e sono io che immagino questi dialoghi. Non ci faccia caso, alla mia età si può fantasticare. Molto più che in passato. È uno dei pochi privilegi che la vecchiaia può vantare senza essere presi per pazzi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ANTONIO GNOLI

FONTE: http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2013/07/22SIL1155.PDF

  •  https://it.wikipedia.org/wiki/Gian_Luigi_Rondi
  • http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2016/09/22/news/gian_luigi_rondi_addio_al_grande_critico-148291710/

FBI riapre indagine sulle email della Clinton

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A undici giorni dal voto, una nuova tegola si abbatte su Hillary Clinton. La Fbi riapre l’indagine sullo scandalo delle email. Il messaggio di un giornalista che lo annuncia, viene ritwittato moltissime volte e la democratica cerca di correre ai ripari, chiedendo lei stessa agli inquirenti di rendere pubblico quanto scoperto. Il manager della campagna democratica Podestà però, accusa di killeraggio mediatico e di pescare nel torbido solo per colpire la Clinton.



brian adcock‏ 29 ott
my @Independent cartoon for tomorrow....scares for Hillary!...x


HILLAWEEN
29 ottobre 2016
Franco Portinari / Portos


Christian Adams
My #HillaryClinton #FBIReopensCase #fbi #USElection @Telegraph cartoon



Knock, knock... Ma'm Hillary... trick or treat...    Ramses Morales Izquierdo
Knock, knock... Ma'm Hillary... trick or treat.
30 Oct 2016


Mail    Paolo Lombardi
.
31 Oct 2016



ahead
BY JOEP BERTRAMS, THE NETHERLANDS  -  10/29/2016

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Clinton's Email Affair    Marian Kamensky
Will the renewed investigation into Hillary's emails influence the US election?
31 Oct 2016

Così l’ex segretario di Stato: “Gli americani meritano di conoscere immediatamente tutti i fatti”, ha detto la Clinton. “Lo stesso direttore della Fbi ha ammesso di non sapere se queste email sono rilevanti. Non conosciamo i fatti, per questo chiediamo alla Fbi di rendere pubbliche tutte le informazioni in suo possesso”.

Ovviamente l’avversario repubblicano si getta a capofitto su questo nuovo scandalo.

Donald Trump ha affermato non senza enfasi: “Questa storia è più grave dello scandalo Watergate. La corruzione della Clinton è una cosa mai vista prima. Non dobbiamo permetterle di portare il suo progetto criminale nello studio ovale”.

Una situazione che ha richiesto un intervento più muscolare di Barack Obama a favore della candidata del suo partito. (fonte)
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